Cheratodermie: ipercheratosi diffuse
In breve
Le cheratodermie rappresentano un gruppo eterogeneo di condizioni dermatologiche caratterizzate da un ispessimento anomalo della pelle, particolarmente evidente nelle regioni palmari e plantari. Questo insieme di patologie può derivare da cause genetiche, autoimmuni, infettive o metaboliche e spesso impatta significativamente sulla qualità di vita del paziente. L’ipercheratosi, che è il segno distintivo di queste malattie, può presentarsi in forme diffuse o localizzate, con o senza altre manifestazioni sistemiche. La loro gestione richiede un’attenta valutazione clinica e, in molti casi, un approccio multidisciplinare.
In questo articolo esamineremo le cheratodermie in modo dettagliato, partendo da una panoramica generale e arrivando a un approfondimento su ogni sottogruppo, considerando eziologia, diagnosi, terapia e prevenzione.
Classificazione
Le cheratodermie possono essere suddivise in base alla loro origine e alla manifestazione clinica. Una classificazione generale include:
Cheratodermie Ereditarie
- Cheratodermia Palmo-Plantare Diffusa: Caratterizzata da un ispessimento uniforme della pelle di mani e piedi.
- Cheratodermia Striata: Presenta ispessimenti lineari sulle superfici palmoplantari.
- Sindrome di Mal de Meleda: Una forma recessiva con progressivo ispessimento cutaneo e complicazioni sistemiche.
- Sindrome di Papillon-Lefèvre: Associata a periodontite severa e perdita precoce dei denti.
- Sindrome di Vohwinkel: Include sordità neurosensoriale e restringimenti digitali.
Cheratodermie Acquisite
- Cheratodermie Paraneoplastiche: Associate a tumori maligni interni.
- Cheratodermie Metaboliche: Derivanti da condizioni come l’ipotiroidismo o la malattia di Fabry.
- Cheratodermie Autoimmuni: Osservate in malattie come il lupus eritematoso e la sclerodermia.
- Cheratodermie Infettive: Causate da infezioni croniche come sifilide o leishmaniosi.
Altre Forme
- Cheratodermie Idiopatiche: Di causa sconosciuta.
- Cheratodermie Secondarie a Farmaci o Sostanze Chimiche.

Cheratodermia Palmo-Plantare Diffusa
Eziologia e Patogenesi
Questa condizione è causata da mutazioni nei geni KRT1 e KRT16, che codificano per le cheratine strutturali epidermiche. La trasmissione è autosomica dominante e la malattia si manifesta nei primi anni di vita. Visivamente, le aree colpite appaiono ispessite, con un colore che può variare dal giallastro al marrone chiaro. La pelle è spesso rugosa, con una consistenza dura e una tendenza a sviluppare fissurazioni, che possono essere dolorose e suscettibili a infezioni.
Fattori di Rischio
- Familiarità genetica.
- Stress meccanico prolungato su mani e piedi.
Diagnosi Differenziale
Va distinta da cheratodermie acquisite e da condizioni come la psoriasi o l’eczema cronico.
Terapie
- Topiche: Cheratolitici (acido salicilico, urea).
- Sistemiche: Retinoidi orali nei casi gravi.
- Supportive: Emollienti e idratanti intensivi.
Cheratodermia Striata
Eziologia e Patogenesi
Causata da mutazioni nei geni DSG1 e DSP, che compromettono l’adesione cellulare. Visivamente, la cheratodermia striata si presenta con linee ispessite e dure che si estendono longitudinalmente sulle palme delle mani e sulle piante dei piedi, assumendo un aspetto a “striature” ben definite. Le lesioni possono essere dolorose, specialmente in presenza di stress meccanico.
Fattori di Rischio
Predisposizione genetica.
Diagnosi Differenziale
Distinta da altre forme ereditarie per la distribuzione lineare delle lesioni.
Terapie
Cheratolitici e retinoidi orali, se necessario.
Sindrome di Mal de Meleda
Eziologia e Patogenesi
Malattia autosomica recessiva dovuta a mutazioni nel gene SLURP1. Visivamente, la pelle affetta appare ispessita e screpolata, con un colore che varia dal giallastro al marrone scuro. Le lesioni possono presentare bordi irregolari e una superficie ruvida, spesso accompagnate da fissurazioni profonde che possono essere dolorose e predisporre a infezioni.
Fattori di Rischio
Consanguineità e mutazioni genetiche.
Diagnosi Differenziale
Importante escludere altre cheratodermie ereditarie e patologie metaboliche.
Terapie
- Cheratolitici: Per ridurre l’ipercheratosi.
- Antibiotici: Per prevenire o trattare infezioni secondarie.
Sindrome di Papillon-Lefèvre
Eziologia e Patogenesi
Mutazioni nel gene CTSC, che codifica per la catepsina C. Visivamente, le zone colpite presentano una pelle estremamente ispessita, con una consistenza dura e un aspetto giallastro o marrone. Sono spesso presenti fissurazioni dolorose e rugosità accentuate, che possono predisporre a infezioni locali. Inoltre, possono essere visibili segni di infiammazione nelle aree soggette a stress meccanico.
Fattori di Rischio
Familiarità genetica.
Diagnosi Differenziale
Va distinta dalla sindrome di Haim-Munk e da altre condizioni che causano periodontite severa.
Terapie
- Dermatologiche: Retinoidi orali.
- Odontoiatriche: Terapie per prevenire la perdita dei denti.
Sindrome di Vohwinkel
Eziologia e Patogenesi
Mutazioni nei geni GJB2 e GJB6, che codificano per le connessine. Visivamente, la pelle affetta dalla sindrome di Vohwinkel si presenta ispessita e di colore giallastro, con aree particolarmente dure e rugose. Nelle mani e nei piedi si osservano restringimenti anulari (pseudo-ainhum) che possono causare gravi deformità o, in casi estremi, auto-amputazioni. Sono spesso presenti fissurazioni e callosità accentuate.
Fattori di Rischio
Predisposizione genetica.
Diagnosi Differenziale
Distinta da altre cheratodermie ereditarie per la presenza di sordità neurosensoriale e gli pseudo-ainhum, che si manifestano come anelli fibrotici progressivi attorno alle dita, potenzialmente causando ischemia e, nei casi più gravi, auto-amputazione. La pelle nelle aree affette appare ispessita, con un aspetto giallastro o rugoso, spesso accompagnata da fissurazioni dolorose. Questa combinazione di segni clinici rende la sindrome di Vohwinkel facilmente distinguibile da altre cheratodermie ereditarie.
Terapie
- Retinoidi orali.
- Interventi chirurgici: Per prevenire auto-amputazioni.
Cheratodermie Acquisite
Eziologia e Patogenesi
Le cheratodermie acquisite derivano da condizioni sottostanti come tumori maligni (paraneoplastiche), disordini metabolici (ipotiroidismo, malattia di Fabry) o infezioni croniche (sifilide). Visivamente, le zone colpite da cheratodermie acquisite mostrano ispessimenti cutanei localizzati o diffusi, con una pelle che appare secca, squamosa e talvolta di colore giallastro o brunastro. Possono essere presenti fissurazioni dolorose, specialmente nelle aree sottoposte a pressione o attrito. Nelle forme paraneoplastiche, le lesioni cutanee possono essere particolarmente pronunciate e di rapida insorgenza.
Diagnosi Differenziale
Richiede un’indagine approfondita per identificare la causa primaria. Le indagini possono includere esami del sangue per valutare disordini metabolici o autoimmuni, biopsia cutanea per esaminare anomalie strutturali della pelle, e imaging diagnostico nei casi sospetti di paraneoplasie. Ulteriori test genetici possono essere utili per distinguere tra forme ereditarie e acquisite.
Terapie
- Cura della causa sottostante: Trattamento del tumore, correzione dell’ipotiroidismo, terapia antibiotica o antiparassitaria.
- Gestione dermatologica: Cheratolitici e idratanti. I cheratolitici, come l’acido salicilico o l’urea, vengono solitamente applicati localmente sotto forma di creme o unguenti, preferibilmente dopo un bagno caldo per migliorare la penetrazione del principio attivo. Gli idratanti devono essere utilizzati regolarmente, più volte al giorno, per mantenere la pelle morbida e prevenire ulteriori fissurazioni o ispessimenti.
Un occhio alla Prevenzione
Le cheratodermie sono patologie complesse che richiedono una gestione personalizzata. La prevenzione delle forme acute o delle complicazioni passa attraverso:
- Diagnosi precoce e monitoraggio regolare.
- Trattamento tempestivo delle cause sottostanti nelle forme acquisite.
- Terapia sintomatica continua per ridurre il disagio e prevenire lesioni secondarie.
- Consulenza genetica per le forme ereditarie, utile per prevenire trasmissioni future.
Un approccio multidisciplinare e l’adozione di strategie terapeutiche ad hoc possono migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti affetti da cheratodermia.