Sei una ragazza adolescente, dinamica e senti dolore alla seconda testa metatarsale mentre pratichi il tuo sport preferito? Potresti avere la malattia di Freiberg!
In Breve
La malattia di Freiberg è una patologia rara che colpisce prevalentemente le giovani donne (circa cinque volte più frequentemente rispetto agli uomini) durante l’età puberale. Tuttavia, in casi tardivi, può manifestarsi in entrambi i sessi con la stessa incidenza. Le cause esatte rimangono sconosciute, ma studi suggeriscono che sia correlata a traumi ripetuti e a una ridotta vascolarizzazione. Tra i fattori di rischio figurano un secondo metatarso più lungo e meno mobile, malattie croniche e l’uso di steroidi. I pazienti lamentano dolore, solitamente localizzato al secondo metatarso, che peggiora con l’attività fisica. Possono comparire gonfiore, crepitio, clic articolari e una ridotta ampiezza di movimento. La diagnosi si basa su un esame radiografico, in cui una proiezione obliqua a 45 gradi può evidenziare l’allargamento della rima articolare, uno dei primi segni. Nelle fasi avanzate, si osservano depressioni articolari, corpi mobili, frammentazione e sclerosi.
Definizione
La malattia di Freiberg è un’osteocondrosi che coinvolge la testa del secondo metatarso. È una patologia idiopatica, ovvero di causa sconosciuta, tipica dell’età evolutiva. Spesso si risolve spontaneamente al termine dell’accrescimento dello scheletro. Tuttavia, una diagnosi tardiva può comportare alterazioni nella morfologia ossea a causa di un’ossificazione anomala della cartilagine di accrescimento, con possibili conseguenze invalidanti. Nei primi stadi, si osserva un appiattimento della testa del secondo metatarso, che altera la biomeccanica dell’appoggio del piede e provoca metatarsalgia, un dolore localizzato nella seconda articolazione metatarso-falangea. Più raramente, la patologia può interessare anche la testa del terzo o del quarto metatarso.
Sintomatologia
Nelle fasi iniziali, i pazienti possono essere asintomatici. Con il tempo, tuttavia, compaiono dolori sordi che si acuiscono durante la deambulazione, la stazione eretta o la palpazione della testa metatarsale, solitamente la seconda. In questa fase, la radiografia può mostrare sottili fessure o microfratture sulla superficie dorsale della testa del metatarso. Successivamente, si verifica il riassorbimento dell’osso necrotico e un progressivo collasso della superficie articolare. Questo processo porta all’appiattimento della testa metatarsale e alla formazione di osteofiti marginali, ovvero protuberanze ossee causate da processi degenerativi cronici. In alcuni casi, si possono osservare corpi mobili, frammenti ossei presenti vicino all’articolazione.
Classificazione
La classificazione più utilizzata è quella di Smillie, che distingue cinque stadi della malattia:
Stadio 1: Comparsa di fessure e sclerosi. La malattia si manifesta con una fessura nell’epifisi e una sclerosi visibile tra le superfici spugnose. I sintomi possono essere assenti.
Stadio 2: Assorbimento e avvallamento della cartilagine. Si verifica l’assorbimento del tessuto spugnoso nella testa metatarsale prossimale, causando l’avvallamento dorsale della cartilagine. I pazienti iniziano a percepire limitazioni nel movimento e un leggero disagio.
Stadio 3: Ulteriore assorbimento e proiezioni ossee. L’assorbimento e l’avvallamento si accentuano, con la comparsa di proiezioni ossee laterali e mediali. Si osservano esostosi, ossia escrescenze ossee benigne.
Stadio 4: Alterazione anatomica e fratture. La superficie articolare subisce un affossamento marcato e possono verificarsi fratture delle proiezioni ossee, peggiorando il quadro clinico.
Stadio 5: Artrosi avanzata. Si verifica un appiattimento e una deformità significativi della testa metatarsale, con l’artrosi come aspetto predominante. Nonostante ciò, il contorno cartilagineo plantare può rimanere intatto, mentre la diafisi metatarsale si ispessisce e si densifica.
Nonostante sia una condizione rara, la malattia di Freiberg dovrebbe essere considerata come possibile diagnosi nei casi di metatarsalgia nei giovani. Una radiografia eseguita con proiezioni adeguate (anteroposteriore e obliqua) consente una diagnosi precoce, fondamentale per intervenire in modo conservativo nei primi tre stadi della malattia. Il trattamento con ortesi plantari di scarico può ridurre il carico sull’area colpita, alleviando il dolore e prevenendo il peggioramento della condizione.